– Dio è misericordioso, ma le offese degli uomini sono tante -

Dagli scritti di Padre Pio:

Io non mi arresterò dal piangere tutte le ore che mi restano da vivere, poiché voi conoscete quanto mi strazia il cuore il vedere tanti poveri ciechi, che fuggono più del fuoco quel dolcissimo invito del divin maestro: “Venite a me voi tutti che avete sete, ed io vi darò da bere” (Cf. Gv. 7,37). L’animo mio si vede estremamente straziato nel trovarsi di fronte a questi veri ciechi che non sentono punto pietà per se stessi, avendo le passioni tolto loro talmente il senno, che non sognano neppure di venire a bere a questa vera acqua di paradiso… Gesù l’invita di andare a dissetarsi di quell’acqua sempre viva. (Pietrelcina, 10 ottobre 1915, Padre Pio a padre Agostino, Ep.I. p. 667)

Dagli scritti di Padre Pio:

Qual rimedio vi è da usare verso cotesti Giuda infelici per farli ritornare in se stessi? Qual rimedio si può sperare perché cotesti veri morti risuscitino? Ahi! Padre mio, l’anima mi si scoppia dal dolore; anche a costoro Gesù ha dato un saluto, un amplesso, un bacio; ma per questi miseri è stato un saluto che non li ha santificati, un amplesso che non li ha convertiti, un bacio, ahimé! Fui per dire, che non li ha salvati non solo, ma che forse nella grande maggioranza non li salverà giammai! ( Pietrelcina, 10 ottobre 1915, Padre Pio a padre Agostino, Ep.I. p. 667s)

Dagli scritti di Padre Pio:

Oh Dio! oh Dio! dove mi vola il pensiero; che sarà di quegli infelici figliuoli, e miei fratelli ancora, che avranno forse già meritato i vostri fulmini? Voi, il sapete, o mio dolce redentore, quante volte la rimembranza di quel vostro divin volto, sdegnato contro di questi miei infelici fratelli, mi ha fatto gelare il sangue dallo spavento, più che il pensiero degli eterni supplizi e delle pene tutte dell’inferno. ( Pietrelcina, 10 ottobre 1915, Padre Pio a padre Agostino, Ep.I. p. 667)

Dagli scritti di Padre Pio:

Io sempre vi ho supplicato tremando, come supplico pure al presente, che, per la vostra misericordia, vi degniate di ritirare un sì fulmineo sguardo da questi miei  infelici fratelli… Voi l’avete detto, o dolce mio Signore, che “l’amore è forte al par della morte, e duro al par dell’inferno” (Cant. 8,6), perciò guardate con occhio di ineffabile dolcezza questi morti fratelli, incatenateli a voi con una forte stretta di amore. ( Pietrelcina, 10 ottobre 1915, Padre Pio a padre Agostino, Ep.I. p. 667)

Tratto dall’Epistolario I, anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni

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