– Gesù, Amore assoluto -
    Dagli scritti di Padre Pio:
    Gesù è tornato al suo luogo di preghiera (l’orto) ed un altro quadro più orrendo del primo gli si rappresenta. Tutti i nostri peccati, con tutte le nostre brutture, si schierano dinanzi a lui, in tutti i loro particolari. Vede tutta la malvagità, la malizia delle creature nel commetterli. Conosce egli fino a qual punto questi peccati ledono e oltraggiano la maestà di Dio. Vede tutte le nefandezze, le immodestie, le bestemmia che si elevano dalle labbra delle creature accompagnate dalla malizia dei loro cuori, quei cuori e quelle labbra create per sciogliere al Creatore soltanto inni di lode e di benedizione. Vede i sacrilegi di cui si imbrattono e sacerdoti e fedeli, non curanti di quei Sacramenti istituiti per la nostra salvezza e come mezzi necessari di comunicazione di grazie divine, fatti mezzi invece di peccati e di condanna per le anime.

    Dagli scritti di Padre Pio:
    Di tutto questo immondo ammasso di corruttela umana egli deve rivestirsene e presentarsi dinanzi alla santità del Padre suo, per espiarli tutti con singole pene, per rendergli tutta quella gloria che gli uomini hanno tolta, per mondare quella cloaca umana in cui con indifferenza sprezzante si avvolge. E tutto questo non lo fa indietreggiare e come mare fluttuante questo ammasso lo inonda, lo investe, l’opprime. Eccolo dinanzi al Padre suo affrontare tutto lo sdegno della sua divina giustizia. Egli l’essenza della purezza, la santità per natura a contatto col peccato, con le più sozze lordure!…anzi come divenuto peccatore lui stesso.
      Dagli scritti di Padre Pio:
      Vorrebbe scuotere da sé questa immensa mole che lo schiaccia, vorrebbe scaricarsi di questo peso orrendo che lo fa rabbrividire…la natura lotta con sé stessa, tutto consiglia a scaricarsi di questa nefandezze, declinandone la mediazione. Ma il riflesso della giustizia non suffragata, il peccatore non riconciliato, predomina nel suo cuore pieno d’amore. Queste due forze, questi due amori, l’uno più santo dell’altro, se ne disputano nel cuore del Salvatore la vittoria. Chi prevarrà? Non v’è dubbio che egli vuol dare la vittoria alla giustizia offesa…Lui, la santità sostanziale, vedersi bruttato, sia pure in semplice apparenza, di peccato? Questo no. Questo lo terrorizza, questo lo spaventa, questo lo atterrisce.
        Dagli scritti di Padre Pio:
        Prostrato dinanzi alla maestà del Padre suo: “Padre, gli dice, passi da me questo calice”(Mt, 26,39). Come se avesse voluto dire: Padre mio, voglio la tua gloria; voglio che la tua giustizia sia pienamente soddisfatta, voglio che l’umana famiglia sia con te riconciliata. Io, che sono la stessa santità, vedermi bruttato di peccato, ah! Questo no. Passi dunque, passi da me questo calice, ed a te, che tutto ti è possibile, trovi nei tuoi infiniti tesori della tua sapienza altro mezzo. Ma se questo non lo vuoi, “non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. (Mt 26,39)
        (Padre Pio, Appendice V, Agonia di Gesù nell’Orto, Ep. IV, p.900ss)
          Tratto dall’Epistolario IV, II edizione anno 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni
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