– I Santi e il SS. Sacramento -

29 aprile festività di Santa Caterina da Siena

Dio Padre a Santa Caterina: Carissima figliuola, apri bene l’occhio dell’intelletto per guardare l’abisso della Mia carità. Non vi è creatura ragionevole a cui non si dovesse sciogliere il cuore, per affetto d’amore, nel vedere tra gli altri Miei benefici quello che ricevete in questo Sacramento. L’occhio non vede altro che la bianchezza di quel pane; la mano non tocca altro che il pane; il gusto non sente altro che il sapore del pane; cosicché i sensi grossolani del corpo restano ingannati; ma il sentimento dell’anima non può essere ingannato, se ella lo vorrà, cioè se ella non si vorrà togliere con l’infedeltà il lume della santissima fede. Chi è che gusta, vede e tocca questo Sacramento? È il sentimento dell’anima. Con che occhio lo vede? Con l’occhio dell’intelletto, se dentro l’occhio vi è la pupilla della santissima fede. Quest’occhio vede in quella bianchezza tutto Dio e tutto l’uomo. Chi è poi che lo tocca? La mano dell’amore. Per fede l’uomo tocca questo Sacramento con la mano dell’amore, quasi certificandosi di quello che per fede vide e conobbe. Chi è che lo gusta? Il gusto del santo desiderio. Il gusto del corpo sente il sapore del pane; ma il gusto dell’anima, cioè il santo desiderio, gusta Cristo, Dio e uomo. Vedi dunque che dovete ricevere questo Sacramento non solo con sentimento materiale ma anche con quello spirituale; disponendo i sentimenti dell’anima con affetto d’amore, per vedere, ricevere e gustare questo Sacramento.

Dio Padre a Santa Caterina: “Guarda in quanta eccellenza si trovi l’anima che riceve nello stato di grazia questo pane di vita, cibo degli angeli. Ricevendo questo Sacramento, sta in Me e Io in lei. Nell’anima Io lascio l’impronta della Mia grazia, anche dopo che è stata consumata la specie del pane. Nell’anima rimane il calore della divina carità, la clemenza dello Spirito Santo, il lume della Sapienza dell’Unigenito Mio Figliuolo, per conoscere la dottrina della Mia Verità. Rimane nell’anima la Fortezza , poiché Io la faccio forte e potente contro la sua passione sensitiva, contro i demoni, contro il mondo”. Voi non potevate avere da Me cosa maggiore che ricevere in cibo Dio stesso, tutto Dio e tutto uomo…”

Dagli scritti di Padre Pio:

Iddio solo sa quante dolcezze provai … la testa ed il cuore mi bruciavano; ma era un fuoco che mi faceva bene. La bocca sentiva tutta la dolcezza di quelle carni immacolate del Figlio di Dio. Oh! Se in questo momento che sento quasi ancora tutto mi riuscisse di seppellire sempre nel mio cuore queste consolazioni, certo sarei in un paradiso! Quanto mi rende allegro Gesù! Quanto soave il suo spirito! Ma io mi confondo e non riesco a fare altro se non che piangere e ripetere: Gesù, cibo mio!…Ciò che più mi affligge si è che tanto amore di Gesù viene da me ripagato con tanta ingratitudine … Egli mi vuole sempre bene e mi stringe sempre più a sé. (Pietrelcina, 21 marzo 1912, Ep.I, p. 265s)

Dagli scritti di Padre Pio:

Se sono con Gesù crocifisso, cioè se medito i suoi affanni soffro immensamente, ma è un dolore che mi fa molto bene. Godo una pace ed una tranquillità da non potersi spiegare. Ma ciò che mi ferisce, padre mio, è il pensiero di Gesù sacramentato. Il cuore si sente come attratto da una forza superiore prima di unirsi a Lui la mattina in sacramento. Ho tale fame e sete prima di riceverlo,che poco manca che non muoio di affanno … e questa fame e sete anziché rimanere appagata, dopo che l’ho ricevuto in questo sacramento, si accresce sempre più … dimentico quasi di essere nel mondo.

(Pietrelcina, 29 marzo 1911, Ep. I, p. 217)

Dagli scritti di Padre Pio:

I battiti del cuore, allorché mi trovo con Gesù sacramentato, sono molto forti. Sembrami alle volte che voglia proprio uscirsene dal petto. All’altare alle volte mi sento talmente un accendimento per tutta la persona, che non posso descriverglielo. Il viso massimamente mi sembra che voglia andare tutto in fuoco … sono più morto che vivo. ( Pietrelcina, 8 settembre 1911, Ep. I, p.234)

Preghiera di Santa Caterina da Siena allo Spirito Santo:

Spirito Santo, vieni nel mio cuore, per la tua potenza tiralo a te, Dio vero.

Concedimi carità e timore.

Custodiscimi o Dio da ogni mal pensiero.

Infiammami e riscaldami del tuo dolcissimo amore,

acciò ogni travaglio mi sembri leggero.

Assistenza chiedo ed aiuto in ogni mio ministero.

Cristo amore, Cristo amore.


Tratto dall’Epistolario I, II edizione anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e

Alessandro da Ripabottoni


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