– Temere Dio è rispettare Dio -

Dagli scritti di Padre Pio:

… Sono sempre disposto a fare la volontà di Dio e dei miei superiori… Ma, padre mio, quali sono i fini di Dio perché permette al demonio tanta libertà? La disperazione vorrebbe prendermi; eppure mi creda, padre mio, la volontà di dispiacere a Dio non ce l’ho. Io non so rendermi ragione e molto meno intendere come mai possa stare insieme volontà sì risoluta e pronta ad operare il bene, con tutte queste miserie umane. Se dunque scorgesse che io stessi in pericolo per l’anima mia, mi aiuti se non vuole vedermi ridurre in cenere di peccati, perché l’anima la voglio salvare ad ogni costo ed Dio non voglio proprio più offenderlo. (Pietrelcina,25 giugno 1911, Ep.I, p.226)

Dagli scritti di Padre Pio:

Ahimé, padre mio, che sarà di noi quando dovremo comparire colle nostre azioni tutte dinanzi a questo nostro Dio giudice! Se tanto terrore si prova adesso ad un semplice ritirare ch’egli fa del velo, che occulta ai nostri occhi i nostri falli per farceli ammirare nelle loro deformità, che sarà quando dobbiamo comparirgli dinanzi per sostenerne il suo severo sguardo! O Dio, se tutti conoscessero la vostra severità, al pari della vostra dolcezza, quale creatura sarebbe così stolta che oserebbe offendervi? Dio mio, tre volte giusto e tre volte santo, manifestate a tutti coloro che osano offendervi la vostra severa giustizia, affinché imparino se non ad amarvi almeno a temervi. (Pietrelcina, 27maggio 1914, Ep.I,p.477)

Dagli scritti di Padre Pio:

Non mi vogliate abbandonare, mio carissimo padre; voi il sapete assai bene che in Dio Gesù solamente ho posto tutta la mia fiducia, colla ferma speranza che non vada fallita e che io gli sia sempre fedele… È vero che una vita di molti secoli è un nulla per l’acquisto di una eternità di gloria, ma per un’anima che teme ad ogni istante di poter offendere Iddio, un giorno, un’ora sola è lunga, è infinita. (Pietrelcina, 18 settembre 1915, Ep.I,p.648/649)

Dagli scritti di Padre Pio:

Il pensiero di non essere in grazia agli occhi di Dio, il dubbio dell’abuso dei santi sacramenti, il non aver trattato santamente le cose sante, il non essermi confessato tutto e bene è una spina che mi lacera continuamente il cuore e non so a quale santo votarmi, non so quale mezzo più adoperare. So che molte anime care a Dio pregano, e molto, Gesù per me e siccome mi veggo che il cielo va addivenendo sempre più bronzo per me, mi vado sempre più confermando nella mia persuasione. (S. Giovanni Rotondo, 10 gennaio 1922, Ep.I,p.1255)

Tratto dall’Epistolario I, II edizione anno 1973 a cura di Malchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

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