Riportiamo l’omelia di P. Guglielmo Alimonti in occasione del pellegrinaggio dell’Abruzzo a Pietrelcina nella ricorrenza della celebrazione della prima Messa solenne di Padre Pio nel suo Paese.

Ti benedico, o Padre, Signore del Cielo e della terra perché ci hai dato Padre Pio. Ci hai dato un sacerdote santo, ci hai dato un’immagine vivente di Cristo Crocifisso, ci hai dato un figlio di S. Francesco pieno di umiltà e di amore, ci hai dato in questo secolo una luce così grande che illumina tutta l’umanità. Voi abruzzesi non potete dire che non conoscete Padre Pio, è una vita che io vi parlo di lui; noi facciamo durante l’anno tappe da calendario fisso come data, ma sempre in movimento come spirito. Durante la Quaresima l’Abruzzo va a S. Giovanni Rotondo per offrire al Signore una Quaresima benedetta e santificata da Dio, grata di aver conosciuto Padre Pio e di poter essere accolta da lui. La nostra Regione tutta intera è accolta da Padre Pio nella Madonna delle Grazie. Poi abbiamo il 25 di maggio l’Abruzzo a Pietrelcina per celebrare la nascita di Padre Pio; poi il 14 di agosto perché celebriamo l’anniversario della prima Messa solenne di Padre Pio nel suo Paese. Per noi sacerdoti la celebrazione solenne della prima Messa nel proprio Paese è come un atterraggio d’aereo in terra privilegiata perché tutte le famiglie sentano come persona della propria famiglia il sacerdote, che ha il dono del ministero di assolvere e di consacrare. Il 7 settembre noi siamo ancora qui per celebrare la prima stigmatizzazione di Padre Pio, stimmate che poi furono definite “invisibili” perché Padre Pio supplicò, scongiurò il Parroco di aiutarlo a ottenere dal Signore che quelle stimmate non si vedessero ma tutto il dolore rimanesse lì e ottenne anche questa grazia. Queste tappe ci portano ad Assisi, a S. Giovanni Rotondo e a Pietrelcina. Pochi giorni fa parlando a voi nel Santuario del Beato Nunzio vi accennai a certe tappe del calendario della nostra famiglia spirituale; oggi direi che le tappe sono segnate tutte, abbiamo il calendario completo. Noi siamo venuti qui la prima volta in pellegrinaggio da tutto l’Abruzzo, eravamo dodicimila persone, 240 pullman e tutti si meravigliarono. Sembrava una rivoluzione pacifica dell’Abruzzo che veniva qui a Pietrelcina, nel beneventano, nella Campania. Questo è un gemellaggio, forse lo capirete dopo la mia morte. È importante sapere che Dio traccia le strade agli uomini, essi però devono percorrerle, non si possono rannicchiare, nascondere e pensare che il bene nella storia cammini da sé. Non è vero altrimenti non c’era bisogno che Gesù venisse nel mondo se il mondo fosse stato capace di camminare da sé nel bene, nella pazienza, nell’amore, nel sacrificio volenteroso. La nostra intelligenza e il nostro sentimento non basta. Gesù viene ed apre con il suo sacerdozio regale la via alla Chiesa e noi continuiamo a camminare sulla via tracciata da Gesù, come appunto i nostri Santi.  Padre Pio ci accoglie ogni anno ci benedice, ci sorride, ci abbraccia e penso che tutti voi ve ne potete accorgere. Sarebbe veramente per me una delusione sapere che ripartendo da qui voi andate come siete venuti. Non è possibile. È  necessario un bombardamento di grazia che frantumi le incrostazioni del male e una deliziosa pioggia di grazie che vi ristori e vi renda segni evidenti, testimoni aperti  della grazia che avete ricevuto, venendo qui. Ma una novità c’è – avete forse già visitato la tomba di Fra Modestino! -  con lui ho lavorato per anni a S. Giovanni Rotondo; quante notti abbiamo lavorato insieme, quante confidenze ci siamo scambiati. Egli era veramente in intima confidenza con Padre Pio. Il Padre gli dava tutte le risposte, che lui voleva. Una volta mi ha detto: Padre Pio aveva una grande piaga dietro la spalla come ce l’aveva Gesù, avendo portato il legno della croce. Padre Pio aggiunse, – quasi per una carezza in più – figlio mio sapessi! è la piaga che mi faceva più male di tutte, perché ogni volta che doveva togliersi la maglia intima era uno strappare di carni, portare via l’epidermide, sangue. Una mattina viene tutto sorridente e mi dice: – sai Padre Pio è venuto e mi ha spiegato come dobbiamo fare per mettere gli oggetti nel cellofan. Mi ha detto  – Fra Modestino volete fare più veloci a sistemare quelle cose ?  Ecco ti faccio vedere come dovete fare. Sono fra le tante cose conservate nell’archivio di S. Giovanni Rotondo e che nei secoli verranno fuori. Sono oggetti, indumenti, ed altro che Padre Pio ha toccato, ha avuto fra le mani e ha benedetto. Fra Modestino per me è un fratello carissimo. Quando arrivavo lì a S. Giovanni Rotondo, c’era una lunga fila di gente che aspettava di parlare con lui, e lui chiudeva lo sportello e mi faceva entrare dicendo: – padre mio, questi hanno bisogno di me, ma io ho bisogno di te. Tu mi devi confessare, mi devi ascoltare,  mi devi consigliare. Era meraviglioso nella sua semplicità ed umiltà. Tutto per lui era naturale, il rimanere a lungo in preghiera la notte, il fare da consigliere, da consolatore a tutta la gente, che arrivava ogni giorno allo sportello. I frati gli dicevano – Fra Modestino, ti stanchi troppo!  Fra Modestino operava tanto bene perché aveva Gesù nel cuore. Aveva imparato da Padre Pio. La gente ascoltava i suoi consigli. Sono migliaia le persone che incontro dovunque vado a dirmi delle cose che Fra Modestino aveva predetto e consigliato. Il primo miracolo, per cui Padre Pio è stato beatificato è passato per le mani sue. Quando la signora Consiglia era gravemente malata telefonò a S. Giovanni Rotondo per sapere cosa fare e per avere una preghiera. Rispose Fra Modestino e disse – non ti far toccare dai medici, perché la grazia che stai per ricevere tu, servirà per la beatificazione di Padre Pio, hai capito? Non ti far toccare dai medici – Sulla parola di Fra Modestino lei guarisce perfettamente. La vita di Fra Modestino è incastonata nella storia di miracoli e di santità di Padre Pio. Costante e felice nel suo ufficio. Una coscienza piena della propria missione. Un altro punto importante di Fra Modestino è il rosario. Gli anziani ricorderanno che Fra Modestino invitava tutti i figli spirituali di Padre Pio, i Gruppi di Preghiera del mondo a unirsi a lui, che scendeva vicino alla tomba di Padre Pio e recitava il rosario ogni sera. Avete visto, nel quadro vicino alla sua tomba c’è Padre Pio, che consegna il rosario a Fra Modestino. Consegnato da P. Pio  a Fra Modestino poco tempo prima che morisse, divenne il simbolo della missione che egli doveva continuare. Fra Modestino è stato fedelissimo anche in questo. Il Signore lo benedica.  Che cosa dobbiamo chiedere per Fra Modestino noi che stiamo qui? Tre cose: che il Signore gli dia la luce del Paradiso accanto a Padre Pio. Confidargli la speranza che preghi per noi. Infine chiediamo al Signore la glorificazione di Fra Modestino. Sono rimasto veramente consolato questa mattina nel vedere che la gente e soprattutto i suoi paesani portino tanti fiori sulla sua tomba. Profumo di tanti fiori come il profumo di tante virtù del caro Fra Modestino.

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