– In attesa del Paradiso -

Dagli scritti di Padre Pio:

L’Anima è smaniosissima di vedersi del tutto posseduta finalmente da questo gran Dio … ella vuole arrivare a vedere nella sua pienezza e nella sua perfezione questa figura, di cui ha visto come le prime linee, lo sbozzamento. Ella insomma vuole vedere il Verbo, il Figliuolo di Dio, che è lo splendore della gloria di Dio e la figura perfetta della sostanza di lui. (Ep.I,p.472)

Dagli scritti di Padre Pio:

L’anima mia piena di riconoscenza verso Dio per le tante vittorie, che va enumerando in ogni istante della vita, non può non sciogliere inni di benedizione senza fine ad un Dio sì grande e sì liberale … o Dio, sovrano del mio cuore, o centro unico di ogni mia felicità, quanto dovrò io aspettare ancora, prima di godere svelatamente le vostre ineffabili bellezze? (Ep. I, p.653/656)

Dagli scritti di Padre Pio:

La notte ancora al chiudersi degli occhi vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il paradiso; ed allietato da questa visione dinanzi il paradiso; ed allietato da questa visione dormo in un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte, aspettando che il mio piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e così sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori. (Ep.I,p.308)

Dagli scritti di Padre Pio:

Per la ubbidienza di Gesù volle il celeste Genitore che questo santissimo nome fosse confessato e creduto da tutte le creature: “ Ogni lingua – dice l’apostolo – confessi che Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre “… anche noi, se saremo imitatori di Gesù Cristo, sostenendo tutte le battaglie della vita, parteciperemo ai suoi trionfi. Sì, concludo con san Giovanni Crisostomo, crediamo pure fermamente, essere di tanta gloria il divin redentore adorno, ma viviamo ancora alla sua gloria, imitando i suoi esempi,seguendo i suoi voleri: altrimenti a nulla ci gioverebbe il nostro credere, se non vi corrispondesse il nostro operare. (Ep. II, p.224)

Tratto dall’Epistolario I, II, II edizione anno 1973, 1975 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni

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