maniinpreghieraet4[1] – Speranza illimitata -

Dagli scritti di Padre Pio:

Padre mio,con animo straziante mi sottopongo a vivere la vita, e solo per non disgustare Gesù…Ma perché poi non mi è dato di amarlo con sincerità e serenità di spirito?Mi sento solo, ed un gran vuoto che mi spaventa si va sempre facendo nell’animo mio. Questo povero cuore è irrequieto e non so dove posarlo. Lo poso in Gesù, e non è sazio ancora. Che disgrazia l’è mai questa? O se potessi amare Gesù, quanto sarei felice! Ma questo conforto pure mi è tolto, ed io non ne trovo la via per andare a lui. (Ep.I,841)

Dagli scritti di Padre Pio:

Padre mio, nudo e squallido è il mio spirito; arido e secco questo cuore pel suo Dio; non danno essi quasi più movimento per colui, che di sua bontà li creava. Io non ho quasi più fede: sono impotente ad innalzarmi sulle ali fortunate della speranza, virtù necessaria per l’abbandono in Dio, quando il colmo della tempesta imperversa e la riboccante misura di mia miseria mi schiaccia. Non ho la carità. Ah! Che amarlo il mio Dio è conseguenza di ciò che è conoscenza piena, in fede operosa, e delle cui promesse l’anima si tuffa, si ricrea e si abbandona e riposa ancora nella dolce speranza. Non ho carità per il prossimo, perché questa è conseguenza di quella; e mancando la prima, da cui ogni succo vitale scende ai rami, ogni ramo perisce.(Ep.I,1036)

Dagli scritti di Padre Pio:

Quanto bramerei e quanto sarei contento se potessi trovarmi anch’io costì per apprestare la mia povera opera per l’incremento della fede. Ma questa fortuna non è serbata a me, sibbene ad altre anime più nobili e più care a Gesù. La mia missione la eserciterò coll’ umile, fervente ed assidua preghiera.(Ep.IV,27)

Dagli scritti di Padre Pio:

Mio Dio, e perché scuoti e rimordi, riscuoti ancora e sconvolgi con sì fatta violenza quest’annuvolata anima, quest’anima di già annientata ed il cui annientamento dicesi mosso, causato voluto di tuo stesso comando e permissione?… O Dio, o Dio, dir altro non posso… Mi sento morire, brucio di arsura, languisco di fame, o padre, ma mi sembra che ormai la fame si vada restringendo alla sola brama di uniformità ai divini voleri, nel modo appunto ch’egli vuole. (Ep.I,1037)

Tratto dall’Epistolario I e IV, II edizione anno 1973 e 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni

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