fiducia in dio – FIDUCIA -

Dagli scritti di Padre Pio:

Fiat! Dobbiamo abbandonare la vita, e tutto ciò che siamo, alla pura disposizione della  divina provvidenza, giacchè noi non viviamo e non siamo a noi stessi, ma a colui che per renderci suoi ha voluto di una maniera così amorosa farsi interamente nostro. (Ep.III,267)

Dagli scritti di Padre Pio:

Ahimè! Che spina acuta io sento nel mezzo del mio spirito, che mi fa spasimare di amore dì e notte… In mezzo a tanto strazio sento la forza di pronunziare il doloroso fiat. Oh fiat! Quanto sei dolce ed amaro insieme! Tu ferisci e risani, impiaghi e guarisci, dài morte e nell’istesso tempo dài anche la vita! Oh dolci tormenti!, perché siete tanto insoffribili e tanto cari insieme? ( Ep.I,1103 )

Dagli scritti di Padre Pio:

Gesù è con noi e di che cosa possiamo temere? Chi più forte di lui? Non ti ha forse con ispecial cura assistito fino a questo momento? Dunque di che temi? Della tua fragilità forse? Ma non si compiace questo Dio di amore di perfezionare la virtù nella stessa debolezza? Non temere di nulla. (Ep,IV,226 )

Dagli scritti di Padre Pio:

Figlia mia, persuadiamoci e rassegniamoci dinanzi a questa grande e terribile verità: l’amor proprio non muore giammai prima di noi. Ci addolora certamente questa sì triste verità, che abbiamo ereditato in pena della colpa di origine, ma pure bisogna rassegnarci, ed aver pazienza con noi stessi e nella pazienza possederemo, giusta il divino ammaestramento, l’anima nostra. Possessione tanto più stabile, quanto meno sarà mescolata a sollecitudini e disturbi, anche in ciò che riguarda le nostre imperfezioni. ( Ep.III,268 )

Dagli scritti di Padre Pio:

Tutto ciò che esperimenti, in riguardo ai piccoli impeti, è un nulla. Questi assalti di passioni, mia carissima figliuola, che avvengono in noi senza di noi, sono inevitabili finchè peregriniamo su questa misera terra; ed è per questo appunto che il grande apostolo delle genti esclamava verso il cielo nell’amarezza del suo cuore: “ Ahimè,  povero uomo che sono! Sento in me due uomini, il vecchio e il nuovo; due leggi, la legge dello spirito e quella dei sensi; due operazioni, della natura e della grazia. Ah! Chi mi libererà dal corpo di questa morte?”. (Ep.III,267 )

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