- “Chiudere gli occhi del corpo per aprire quelli dello spirito davanti allo Sposo divino” -

Dagli scritti di Padre Pio:

La vita la trovo di gran peso, perché mi priva della vera vita. Conosco, dal perché il Signore me la prolunga, essere questa la sua volontà; eppure, non ostante gli sforzi che mi fo, non riesco quasi mai a fare un atto di vera rassegnazione, avendo sempre dinanzi all’occhio della mente chiara la conoscenza che solo per la morte si trova la vera vita. (Pietrelcina, 25 settembre 1915, Padre Pio a padre Agostino, Ep. I, p. 655)

Dagli scritti di Padre Pio:

Povera anima! È stanca ormai di guardare il suo Sposo che tutto le ha rubato, attraverso il fonte cristallino ella vuole arrivare a vedere nella sua pienezza e nella sua perfezione quella figura, di cui ha visto come le prime linee, lo sbozzamento. Ella, insomma, vuol vedere il Verbo, il Figlio di Dio, che è lo splendore della gloria di Dio e la figura perfetta della sostanza di lui. Chiedete decisamente, ve ne supplico, a Gesù che ponga fine a tanto strazio. Chiedetegli che scopra e mostri la sua bellezza, la sua divina essenza alla povera farfallina, e con questa finalmente l’uccida, sciogliendola, in tal guisa, e liberandola dai vincoli della carne, nella quale non può vederlo, né bearsi del suo Dio, come brama. (Pietrelcina, 12 maggio 1914, Padre Pio a padre Agostino, Ep.I,p.471)

Dagli scritti di Padre Pio:

Padre mio, chi è più misero di questa creatura? Ella sente il suo libero arbitrio, schiavo infelice della sua libertà, è strettamente legato alla catena dal timore e dall’amore di quel Dio che la creò. Ma non basta, ella vorrebbe sentirsi stretta a lui da un altro amore, che non potrà realizzarsi in questo basso mondo; ella vorrebbe entrare presto in quell’eterno riposo per sempre vivere perduta in quell’oceano immenso di bontà, per conoscere solo ciò che egli ama e per godere onde è beato egli stesso.(Pietrelcina, 27 ottobre 1915, Padre Pio a padre Agostino, EP. I, p.682s)

Dagli scritti di Padre Pio:

(Padre) Quella vostra espressione: “A me sembra che la fine del tuo terrestre esilio non sia lontano”, mi ha fatto uscire, nel leggerla, fuori di me stesso. Mi ha arrestato nella lettura della vostra lettera; mi sentii per un istante alleggerire le mie sofferenze che sono insostenibili; i polmoni me li sento alquanto dilatarsi e respirare quasi un’aria pura e refrigerante … ho sentito un’ebbrezza dolce assai, una quiete dello spirito e del corpo, pura come un cielo tersissimo, che mi ha fatto esclamare dal fondo dell’anima: oh che bel giorno è questo!, oh che vista magnifica è quello di chiudere gli occhi del corpo per aprire quelli dello spirito davanti allo Sposo divino! Come si sta bene!. (Pietrelcina, 14 gennaio 1916, Padre Pio a padre Agostino, Ep. I, p. 716s)

Tratto dall’Epistolario I, anno 1973 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni

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