Pescara senza mare

Era iniziata la primavera. Le giornate limpide facevano a gara nel regalare ogni mattina nuove gemme alle piante e teneri boccioli alle rose. Le pratoline ricamavano i prati, i campi e i bordi delle strade. Nella limpida sera puoi passare in rassegna le costellazioni. Le stelle brillano di luce più nitida. La luna si mostra senza contorni sfocati. Nel meriggio il sole è vigile e generoso senza eccessivo calore e viaggia affondato dentro l’azzurro. La natura è piena di energia e di promesse. La gente è giuliva e con la voglia di fare. Tutti sembrano riscoprire emozioni della fanciullezza. Forse era proprio questo il mio stato d’animo quel giorno vicino a Padre Pio. Vedevo anche lui lieto e pronto alle sue intelligenti battute. La mattina, partendo per San Giovanni Rotondo, mi avevano regalato una magnifica crostata. Riempiva di gradevole profumo l’abitacolo della vettura. Padre Onorato era incaricato di portare da mangiare a Padre Pio, che rimaneva nella sua cella. Gli dissi: – Padre Onorato, permettimi di venire insieme a te e di poter offrire a Padre Pio un poco di questa crostata – . Chi me l’aveva affidata, aveva insistito di farla assaggiare al Padre. Padre Onorato cercò di dissuadermi. Diceva: – Tanto è inutile! Quando mai Padre Pio ha mangiato la crostata! –  Alla fine accondiscese. Poggiammo tutto sul banchetto, che fungeva da mensa al centro della stanza. Il Padre si sedette. Diede un veloce sguardo al cibo. Maccheroni in bianco, un piattino di verdura scondita e un pezzetto di ricotta. La novità era ala porzioncina di crostata. Ci invitò a sederci. Gli augurammo buon appetito. Toccò vari cibi con la punta della forchetta e accantonò tutto. Si fermò a far girare nel piatto il pezzetto di crostata. Fu l’unica cosa che assaggiò e ingoiò a fatica. Padre Onorato mi guardò; non voleva credere ai suoi occhi. Il Padre avvia la conversazione. Chiede: – Da dove viene questa crostata? – - Viene da Pescara -. – Oh, Pescara senza mare! – esclamò in tono divertito. Noi due, l’uno dopo l’altro, ci affrettammo a dire che si sbagliava. – Padre, Pescara è proprio vicino al mare; c’è anche il porto -. La nostra descrizione non lo interessò più di tanto. Nonostante la buona volontà, non riuscimmo a capire il senso di quella battuta. Padre Pio non poteva ignorare che Pescara è sul mare. Passarono mesi. In quel periodo Padre Pio fu più provato del solito nella salute. A me il medico aveva ordinato una cura di mare. Ne avevo voglia e bisogno. Pensando però alle condizioni del Padre, feci una promessa: Signore, rinuncio alla cura, ma ti prego, fa’ stare meglio il Padre. Passa l’estate. Intanto avevo completamente dimenticato la battuta di Padre Pio. Un giorno d’autunno ci ritrovammo nella stanza del Padre, proprio come quel giorno. Di colpo mi si illuminò la mente: è vero. Per me quest’anno Pescara … senza mare!

Porta questa pianta al Padre

Era di pomeriggio. Appena arrivato sostai in preghiera nella penombra della chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’immagine della Madre di Gesù col Bambino lattante ispira tenerezza e confidenza. Ai piedi di quell’altare mi sentivo piccolo come il Bambino Gesù avvolto dall’amore della sua mamma. Guardarla, invocarla, abbandonarsi a Lei, infondeva conforto e sollievo. Mi alzo e attraverso il presbiterio per salire dal Padre. Vedo una signora, che mi tende una rigogliosa pianta di canfora, che emanava un delizioso profumo. Mi prega di portarla a Padre Pio. Valuto la situazione. Il dono è grazioso e fatto con semplicità e affetto verso il caro Padre. Lo recherei su con immenso piacere, ma so che quell’innocente gesto può sembrare una indebita ingerenza. Per un episodio del genere m’ero preso tempo addietro un severo rimprovero. La donna continuò a supplicarmi, ma ritenni di non poterla accontentare. Dentro di me immaginavo l’amara delusione di quella poverina, mentre lei non poteva immaginare il dispiacere, che provavo io nel doverle dire di no. in cuor mio ho detto al Padre: perdonami se ho sbagliato. Sai quanto mi costa. Purtroppo nell’ambiente giravano persone malvagie, che insospettatamente facevano il diabolico mestiere di delatori e menzogneri per colpire Padre Pio. Il Padre era sereno e sempre pronto a prendere su di sé qualunque immeritata pena. Avrebbe voluto risparmiare fastidi ai suoi amati confratelli. Forse anche a questo si riferiva quando, poco prima di morire, disse tra l’altro a Padre Pellegrino: “Chiedo perdono ai confratelli per i fastidi che ho dato”. Egli era sempre pronto a perdonare chi ribadiva i chiodi delle sue piaghe. Si è autodefinito “Cireneo”. Ha sempre pregato e offerto se stesso per la conversione e la salvezza dei peccatori vicini e lontani. Turbato da tali pensieri raggiungo il Padre, che mi abbraccia. Saluto quelli che erano intorno a lui. Mi siedo e rimango in silenzio a pregare come gli altri. Dopo pochi minuti Padre Pio con un cenno invita uno dei Padri ad avvicinarsi a lui. Questa volta era Padre Alessio. Gli sussurra qualcosa. Padre Alessio va nella cella del Padre e torna con un ramoscello di canfora in mano. Padre Pio gli fa cenno di consegnarlo a me. Fui preso da commozione. Bisbigliai un grazie. E’ storia che non si dimentica.


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