– Dio ci ama -

Scriveva San Pio:

Buio e spine sempre … qualche raggio di luce, qualche stilla di conforto … e poi … più fitte tenebre, spine ancora più amare. Una burrasca continua mi travolge, e se vi è qualche sosta passeggera e momentanea, che in sostanza non si prolunga quasi mai quando può impiegarsi nella recita di una Ave Maria, mi volgo intorno temendo e tremando con una domanda: che cosa mi avverrà di nuovo? Gesù così vuole e così sia; ma il fiat, non ostante la prontezza e la sottomissione della parte superiore della volontà, che è sempre unita alla volontà di Dio, mi riesce assai difficile a profferirlo ed occorre farmi dei grandi sforzi per non vacillare. ( Ep. I, p.627)

Manca la  riflessione

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Sappiamo bene quale rapporto col mondo e quale unità riusciva a sperimentare San Pio con il Figlio di Dio, il suo Signore: un’unità tutta straordinaria, un’autentica comunione di anime, a tal punto che quando San Pio scriveva ciò che nell’anima sperimentava, lo identificava in un autentico colloquio tra due persone, in un faccia a faccia. In questi colloqui San Pio riusciva a descrivere ciò che nell’anima riusciva a sperimentare.

Scriveva San Pio:

Mi è apparso nostro Signore, il quale così mi ha parlato: “ Figliuol mio, non lasciare di scrivere quello che odi oggi dalla mia bocca, perché tu non l’abbia a dimenticare. Io sono fedele, nessuna creatura si perderà senza saperlo. Molto è diversa la luce dalle tenebre. L’anima a cui io soglio parlare l’attiro sempre a me; invece le arti del demonio tendono ad allontanarla da me. Io non ispiro mai all’anima timori che l’allontanano da me; il demonio non mette mai nell’anima paure che la muovano a ravvicinarsi a me. I timori che l’anima sente in certi momenti della vita sull’eterna sua salute, se hanno me per autore si riconoscono dalla pace e serenità, che lasciano nell’anima …”. (Ep.I,p.382)

Riflessione:

Cerchiamo di comprendere bene, proprio davanti a Gesù Eucaristia, quel Gesù crocifisso e risorto che ci si propone dinanzi agli occhi, che si è fatto nostro cibo. Proprio alla sua presenza e con la grazia dello Spirito Santo, cerchiamo di comprendere queste parole di San Pio, in questo dialogo dell’anima con Dio. “ Io non ispiro mai paure..”; capite cosa dice Dio? “ Io non ispiro mai paure, ma ispiro solo ciò che avvicina a me. Io do solo la pace e la serenità.” Ciò significa che Dio non manda mai un dolore, Dio non manda mai una malattia, ma Dio, quando vede che nella natura umana c’è un dolore, c’è una malattia, ci ispira sentimenti che ci avvicinano a Lui. Dio ci fa capire che in quei momenti siamo simili a Gesù che soffre per noi e ci dona la capacità di pensare che possiamo partecipare del dolore di Gesù. Dio non ha mandato i dolori a San Pio; Dio ha mandato a San Pio un amore tale che quei suoi dolori li ha considerati come partecipazione alla crocifissione di Gesù, fino a diventare così evidente nella sua carne, ma è solo un’esperienza di amore. Dio non ha fatto del male a San Pio, ma gli ha permesso il sommo bene, quello di orientare i dolori del cuore suo per tutte quelle anime che erano lontane da Dio e allora San Pio, nel suo cuore, nei suoi atroci dolori, riusciva a vivere nella pace e nella serenità che fanno pensare esclusivamente alla salvezza dell’anima e poiché San Pio era in questo amore così infinito, questa salvezza dell’anima non la orientava su di sé o sulle persone alle quali era molto affezionato, ma su tutti quelli che poteva, su tutti coloro che capiva essere lontani dal Padre suo. Ecco perché tanto dolore, ma ecco perché tanto amore e tanta pace e serenità nel profondo del suo cuore. Non dobbiamo mai dire che Dio ci manda una malattia, ma Dio ci aiuta a vivere la malattia perché è tutto orientato alla salvezza delle anime, come la sofferenza atroce di Gesù. Non è il Padre che ha crocifisso il Figlio, ma ha fatto capire al Figlio che in quella crocifissione avrebbe distrutto il male, il peccato, la morte. Questa è la fede e allora davanti a Gesù Eucaristia vogliamo capire bene questo: non stiamo adorando un corpo crocifisso e straziato in croce; noi stiamo adorando l’essenza autentica di Dio, il Dio con noi, che tanti sono riusciti ad imitare, fra cui San Pio che sentiamo così tanto vicino a noi.

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Scriveva San Pio:

Ogni minimo difetto che commetto, per l’anima è una spada di dolore che le trapassa il cuore … la vita mi sta divenendo un crudele martirio, e solo provo conforto nel rassegnarmi a vivere per amor di Gesù … l’anima in questo stato geme, perché le ore scorrono troppo lente per lei … ed è proprio in questi momenti che l’anima è portata a gridare: “ Oh vita che per me non sei più vita, ma tormento! Oh morte non so chi può temerti, mentre per te ci si apre la vita! … il pensiero della morte non mi atterrisce punto, eppure nel considerare che i più gran santi all’approssimarsi di questa tremarono, mi sento agghiacciare il sangue nelle vene, perché penso che non sia questo il colmo del mio acciecamento, giustamente permesso da Dio in pena delle mie innumerevoli infedeltà. Riconosco chiaramente di aver fatto nulla per la gloria di Dio, niente per la salute delle anime. (Ep.I,p.384)

Manca la riflessione

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Quando saliva sull’altare, per lui era come andare in croce, era come morire con Gesù e al termine risuscitava a quella vita nuova e dopo la Messa riusciva a donare grazia su grazia ad ogni persona che incontrava, ad ogni persona che riusciva ad osservarlo anche solo da lontano. C’è tutto da imparare.

Scriveva San Pio:

Ero all’altare per la celebrazione della santa Messa, quando mi è avvenuto ciò che sto per dire. Premetto che questa mattina sono asceso all’ara santa, non so come. Dolori fisici e pene interne facevano a gara a chi potesse martorizzare tutto il mio povero essere … Mi sentivo morire. Una tristezza mortale mi pervadeva tutto e tutto credevo che fosse finito per me: la vita del tempo e la vita eterna …  erasi giunto al colmo … nell’atto di consumare le sare Specie dell’Ostia Santa, una luce subitanea mi pervade tutto l’interno e vedo chiaramente la celeste Madre col Figlio bambino in braccia, che insieme mi dicono: “Quietati! Noi siamo con te, tu ci appartieni e noi siamo tuoi “. Ciò detto, non vidi più nulla. La calma, la serenità, i dolori tutti in un subito si dileguano. (Ep.IV, p.917)

Riflessione:

Questa è l’esperienza dell’ uomo di fede, dell’ uomo di Dio che va verso Dio proprio come Dio è andato sulla croce, con quei dolori interni ed esterni, come li definisce lui, quei dolori dell’anima che ti straziano e non sai spiegare e quei dolori esterni di cui tutti, spesso, facciamo esperienza. Tutto sull’altare. E chi unisce a Dio la propria situazione, chi segue Dio fin sulla croce, nel momento della sua risurrezione trova anche lui risurrezione. E così, al momento della comunione eucaristica, una luce immediata. Si spalanca il paradiso, si spalanca l’eternità, si spalanca il bene, l’amore, si spalanca l’infinito di Dio e si trova la pace, la quiete. “ Ciò detto, la calma, la serenità, i dolori tutti in un subito si dileguano”. Di questo San Pio è maestro; a questa scuola dobbiamo riuscire a stare, alunni di questa esperienza lui ci vuole. Vuole che la nostra preghiera ci doni questa quiete, questa pace; vuole che la celebrazione eucaristica sia il punto di arrivo e di partenza. Ogni volta tutto arriva all’altare e tutto riparte dall’altare. Non dovremmo mai dimenticare questi insegnamenti. Non sono cose da poco: sono l’esperienza più autentica e profonda di un Dio che ama e che manifesta il suo amore.

Tratto dall’ Epistolario I, IV, II edizione a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi

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