– Dio è tutto-

Pregare, adorare, significa di certo corrispondere alla volontà di Dio, che cerchiamo di comprendere, di seguire. Questa volontà di Dio, infinite volte nominata, ma sempre con tanta difficoltà ricercata, accolta, vissuta….Tante volte ogni giorno diciamo:”Sia fatta la tua volontà”, ma poi la nostra vita non corrisponde a queste parole. Troppe volte noi compiamo la nostra volontà e poco ci preoccupiamo se corrisponde alla volontà di Dio.

San Pio scriveva:

Ecco, padre, le condizioni con le quali dobbiamo darci a Dio: che da qui in avanti egli faccia la sua volontà su di noi e che distrugga la nostra a suo piacere. Oh quanto sono felici coloro che Dio maneggia a seconda dei suoi voleri, e che esercita, o con la tribolazione o con la consolazione. I veri servi di Dio hanno sempre più stimato l’avversità, come più conforme alla strada che percorse il nostro Capo, il quale operò la nostra salute a mezzo della Croce e degli obbrobri. (Ep.IV,106)

Riflessione:

Questa riflessione sembra davvero ideale per il nostro tempo di Quaresima. Occorre certo la santità per chiedere a Dio di distruggere a suo piacere la nostra volontà, affinché si compia la sua.Occorre davvero fede per provare felicità anche nei momenti di tribolazione, se li viviamo come sua volontà, ma effettivamente Gesù ha compiuto la volontà del Padre per mezzo della croce e di ogni altra sofferenza. Non era la sua volontà, ma poi l’ha fatta coincidere con quella del Padre per la nostra salvezza. Diventa allora particolarmente impegnativo dire ancora:”Sia fatta la tua volontà”, perché significa:”Sia distrutta la mia, sono pronto a tutto, accetto ogni avversità, mi rendo conforme al tuo cammino di sofferenza e tutto nella felicità intima di compiere il tuo volere, o Padre”. Compiere la volontà di Dio dovrebbe diventare il nostro desiderio principale, ogni giorno, ogni momento, avendo la consapevolezza che la sua volontà è la nostra gioia, la nostra realizzazione piena, la nostra salvezza, anche quando questa volontà non è compresa, anche quando ci sembra assurda, anche quando ci sembra contraddittoria, ma l’idea dominante è: piacere a Dio.

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San Pio scriveva:

Vivete, o figliuoli, finché piace a Dio, in questa valle di miserie con una totale sommissione alla sua santa volontà. Vivete tranquilli, fate riposare i vostri cuori dolcemente nella volontà di Dio. O Dio! Di quanto noi siamo debitori a questa vostra divina ed amabile bontà, che ci avete fatto desiderare con tanto ardore di vivere o morire nella vostra dilezione… speriamo ancora, che il nostro dolcissimo Salvatore, che ci dà la volontà di ciò desiderare, ci dia ancora la grazia di eseguirlo sino al termine del nostro pellegrinaggio. (Ep.IV,372)

Riflessione:

Riposare nella volontà di Dio. Chiediamo al Signore di desiderare questa volontà di Dio e poi la capacità di compierla, sino alla fine; ogni giorno, ogni ora vissuta secondo la sua volontà, di attimo in attimo, con l’attenzione che genera comunione con Lui, nella consapevolezza continua della sua presenza in noi, fino all’ultimo giorno. E’ così che possiamo continuare a ripeterci:”Sia fatta, sia fatta”.

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L’impegno nel compiere la volontà di Dio ha come risultato la qualità del nostro pellegrinaggio sulla terra, un pellegrinaggio nel quale si anticipano le realtà del cielo, ma tutto sa di limitato, tutto sa di provvisorietà perché tutto è rimandato al di là di ciò che si vede, al di là di ciò che si sente, al di là di ciò che si tocca. Questa esperienza umana la consideriamo un preludio all’eternità, un’eternità che inizia dal giorno del nostro concepimento e poi un susseguirsi di eventi, giorni, mesi, anni, fino al momento in cui si parte per il Paradiso e si lascia tutto per un’autentica vita nuova, novità assoluta.

San Pio scriveva:

Cammina dunque, figliuol mio, con semplicità, e non fare tante riflessioni o dispute: per te in questo mondo non c’è altro che Dio, e tu di tutto il resto non ti devi curare se non quando Dio lo vuole da te. E se Dio lo vuole, io ti prego a non avere tanti riguardi e rispetti; fissa il tuo sguardo in lui solo ed in te stesso, e non vedrai né Dio, senza bontà, né te stesso senza miseria, e sempre la di lui bontà favorevole e propizia alle tue miserie oggetto della sua bontà e misericordia. Non rimirare dunque altro che questo, ma con occhio fisso, fermo e stabile; tutto il rimanente guardalo come di passaggio. (Ep.IV,417)

Riflessione:

Camminare con semplicità e dare il primato a Dio e curarsi delle cose quando Dio lo vuole. Fissare lo sguardo in Dio e conoscere meglio la nostra realtà che senza di Lui è davvero misera. Guardare Dio e guardare noi stessi come attenzione principale; tutto il resto guardarlo come di passaggio. E’ proprio così: Dio, noi stessi; il resto è tutto di passaggio.

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In questo cammino, per fede, sappiamo bene qual è la meta: non dobbiamo mai perderla di vista. Di giorno in giorno, di volontà di Dio in volontà di Dio cerchiamo di avanzare in questo cammino di salvezza per raggiungere la meta.

San Pio scriveva:

Rallegriamoci, ché il giorno verrà in cui canteremo al nostro dolcissimo amante, riposo dolcissimo di tutti i cuori innamorati delle sue bellezze, inni più lieti. Rallegriamoci, vi dico, ché il giorno verrà, ed io lo spero, in cui il nostro cuore non sarà straziato dal rimorso crudele di non amare abbastanza il dolce Signore. Ed intanto prepariamoci a questo gran giorno, e se vogliamo bene a Gesù, scuotiamoci una volta e lungi sia da noi tutto ciò che sa di mondo e riflettiamo bene che tutte le pene di questa vita non hanno, al dir di san Paolo, nulla di proporzione con la gran gloria che ci spetta. (Ep.II,492)

Riflessione:

E allora il cammino sia rallegrato dal compiersi della volontà di Dio, rallegrato dalla meta e rallegrato dal giorno in cui l’incontro con Dio sarà gloria e, come ricorda San Pio, nulla è paragonabile a questa gloria. Qualsiasi sofferenza, qualsiasi patimento, qualsiasi dolore è ben poco nei confronti della gloria di cui saremo resi partecipi.

Tratto dall’ Epistolario II, IV, II edizione anno 1975, 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi

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