– Maria, maestra eccellente -

Siamo appena entrati in questo tempo di Avvento, muoviamo i primi passi in questo tempo forte e protagonista di questo tempo è Maria, la madre di Gesù. E’ Lei che ci guida nel tempo di Avvento, è Lei che ci insegna come si accoglie Gesù, è Lei che ci insegna come si porta Gesù, è Lei che ci insegna come si segue Gesù. E’ davvero una maestra eccellente e allora la vogliamo vedere protagonista in questo tempo di attesa, in questo tempo di preparazione, perché come noi siamo qui in ginocchio dinanzi a Gesù Eucaristia, tante volte anche Lei è stata davanti a Gesù suo figlio e lo ha contemplato, lo ha adorato con infinito amore. Abbiamo questi stessi atteggiamenti di Maria, abbiamo queste stesse occasioni: occasioni da non perdere, occasioni da valorizzare. San Pio, sappiamo bene, quanta capacità ha avuto di venerare Maria e di insegnare, di trasmettere questa preziosa venerazione; aveva nel suo cuore consapevolezze difficili da comprendere. Noi ci mettiamo spesso alla scuola dei suoi scritti, ma non possiamo comprenderne in pienezza il significato. Sono convinto che i santi soffrono molto a scrivere certe cose, perché si accorgono che non rendono quello che stanno sperimentando, ma ci provano per lasciare traccia di esperienze di amore autentiche e profonde. Le parole scritte da noi hanno sempre dei limiti, ma intanto le ascoltiamo per entrare meglio in questo mistero di amore, così come San Pio l’ha vissuto, così come ha tentato di trasmettercelo.

Amore increato, Spirito di luce e verità, fatti strada nella mia povera mente e fammi penetrare, per quanto possibile a povera creatura come me, in quell’abisso di grazia, di purezza e di santità, per attingere sempre nuovo amore verso quel Dio che  ab eterno concepiva nella sua mente divina questo capolavoro insuperabile da qualsiasi altra opera creatrice che uscita fosse dalle sue mani: l’Immacolata!…    (Ep.IV,857)

Riflessione:

San Pio chiede a Dio di riuscire ad entrare nell’abisso di grazia, di purezza e di santità. E perché voleva entrare nella grazia, nella purezza e nella santità? Per attingere sempre nuovo amore verso Dio. Ecco i santi: i santi cercano occasioni per attingere sempre nuovo amore verso Dio. Noi dobbiamo capire bene queste realtà, perché dobbiamo fare lo stesso. Noi diciamo di amare Dio, ma come lo dimostriamo? Come la nostra quotidianità dice amore? Come la nostra quotidianità dice fede? Iddio ha detto amore all’uomo, anche donandoci l’Immacolata Concezione, donandoci una creatura così perfetta, ma anche così umana; così giovane, ma anche così sapiente. Immacolata, priva di macchia, priva di peccato. Ci viene donata come madre, una mamma preziosa, capace di accogliere e consolare i suoi figli; da parte nostra la maturità spirituale di sperimentare la madre e di lasciarci andare tra le sue braccia amorevoli. Il tempo della preghiera dinanzi a Lei è il tempo che le diamo affinché Lei possa amarci, consolarci, rassicurarci, guidarci. Se non c’è tempo che dedichiamo a Lei, Lei non avrà la possibilità di compiere ciò che vorrebbe per noi. Rinnoviamo il nostro rendimento di grazie a Dio per questa mamma e impegniamoci a donarle del tempo, affinché Lei possa compiere ciò per cui ci è stata donata.

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Questo prezioso rapporto con Maria, questo rapporto filiale, intimo e profondo sia costantemente presente nei nostri pensieri, nei nostri atteggiamenti. Non stacchiamo mai il pensiero da una relazione filiale con Maria. Ella ci è stata donata per essere una presenza assidua, continua, un po’ come tutte le realtà del cielo, ma questa, tra le realtà del cielo, è una delle più belle, delle più preziose.

San Pio scriveva:

Abbi pietà di me; uno sguardo tuo materno mi rialzi, mi purifichi, mi elevi a Dio, elevandomi sul fango della terra,per assorgere a colui che mi creò, mi rigenerò nel santo Battesimo, ridonandomi quella bianca purissima stola dell’innocenza che il peccato d’origine aveva deturpato. Ch’io l’ami, o Madre mia. Profondi in me quell’amore che ardeva nel tuo cuore per lui…quando si degnerà di venire in me nella santa comunione.      (Ep.IV,860)

Riflessione:

La nostra condizione è sempre miserevole, manchevole. La nostra realtà, dinanzi allo splendore di Maria, è davvero opaca, a volte anche buia. Di fronte allo sfolgorare della sua lealtà, noi scompariamo, eppure Lei, con quello sguardo, vince ogni negatività nostra. Lei riflette la luce di Dio e quindi può far diventare luce ognuno di noi. Lei è così vicina a Dio che può avvicinare a Dio ognuno di noi. La nostra condizione è lontananza, buio, peccato, ma Lei può far sì che torni la luce, la grazia. Come intercede Maria non intercede nessuno. E’ per questo, di certo, che San Pio ricorreva spesso a Lei, sempre a Lei ed è per questo che chiede a Maria di avere nel cuore quell’amore come il suo, soprattutto nel momento in cui Gesù si sarebbe degnato di entrare in lui nell’Eucaristia. Questi i pensieri di San Pio quando faceva la comunione. A volte anche noi ci ritroviamo un po’ distratti nel momento così importante dell’incontro con Dio; anche noi dovremmo implorare la capacità di amare Colui che si degna di venire a noi.

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Dagli scritti di Padre Pio:

L’infinito amore nell’immensità della sua forza ha conquistato finalmente la durezza dell’anima mia, e mi veggo annullato e ridotto all’impotenza… come farò a portare l’infinito nel mio piccolo cuore?… l’anima mia si va stemperando di dolore e di amore, di amarezza e di dolcezza nello stesso tempo. Come farò a reggere a sì immensa operazione dell’altissimo? Lo posseggo in me ed è motivo di esultanza che mi porta irresistibilmente a dire colla vergine santissima: “ Il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”.             (Ep.I,1112)

Manca la riflessione.

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In questo tempo di Avvento rinnoviamo questo impegno di riporre fiducia in Maria, madre di Gesù. Poniamo in Lei la nostra fiducia, affinché possa essere realizzato questo progetto di Dio, di madre sua e madre nostra, di guida per ognuno di noi, di modello per la capacità di accogliere Gesù. Se vogliamo che il Natale sia davvero santo, affidiamoci a Lei che, unica, può guidarci santamente al Santo Natale. Tanto nel mondo concorrerà a dire che è Natale, ma sappiamo bene che il mondo ha dimenticato cos’è il Natale. Permettiamo a Maria di ricordarcelo ogni giorno, perché il nostro cuore ogni giorno torni a dire il suo sì a Dio, il suo sì al Natale, il suo sì al Dio con noi.

San Pio scriveva:

Madre mia purissima, l’anima mia poverissima, tutta ricolma di miserie e peccati, fa appello al tuo cuore materno, affinchè nella tua bontà ti degni riversare su di me un poco almeno di quella grazia che si profuse in te, senza restrizione, ma abbondante, piena, dal cuore di Dio. E da questa tua grazia accompagnato, mi riesca servire ed amare meno imperfettamente quel Dio che occupò pienamente il tuo cuore e del tuo corpo ne fece il suo tempio fin dal primo istante del tuo immacolato concepimento… anche noi rigenerati nel s.Battesimo corrispondiamo alla grazia della nostra vocazione ad imitazione dell’Immacolata nostra Madre, applicandoci incessantemente nella cognizione di Dio per sempre meglio conoscerlo, servirlo ed amarlo.   ( Ep. IV, 859)

Riflessione:

E’ la grazia di Dio che chiediamo e la chiediamo per intercessione di Maria, la piena di grazia; oggi potremmo dire: l’esperta della grazia di Dio. Chi più di Lei ha sperimentato l’efficacia della grazia di Dio? Chi più di Lei può capire la nostra povertà? Chi più di Lei può capire la nostra miseria? Chi più di Lei può aprire il cuore e farci comprendere questa sua esperienza di amore? E lo sguardo di Maria continuerà a seguirci in questo tempo più che mai. Che il nostro sguardo sia costantemente rivolto al suo. In questo tempo di Avvento possiamo camminare insieme verso il Natale, ripercorrendo anche i suoi passi con Lei, quei passi delle difficoltà, dell’incertezza, del rifiuto, dell’apparente opposizione alla venuta di Gesù. Per un mondo che ha sempre più bisogno di Dio e fugge da Lui, sia Maria ad insegnarci come incontrare Dio. Quel Dio da cui il mondo vuole fuggire, Maria lo ripropone, lo ripropone ancora, lo ripropone sempre. E’ la sua chiamata quella di proporre e riproporre la presenza di Dio nel mondo; è la sua missione, dinanzi alla quale non è mai venuta meno e dal Paradiso continua, senza indugio.

Tratto dall’ Epistolario I, IV, II edizione anno 1973, 1984 a cura di Melchiorrre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi.


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