– La sofferenza, pegno d’amore -

Dagli scritti di Padre Pio:

So benissimo che la croce è il pegno dell’amore, la croce è caparra di perdono, e l’amore che non è alimentato, nutrito dalla croce, non è vero amore…ho grandissimo desiderio di soffrire per amore di Gesù. E come va poi che alla prova, contro ogni mio volere, si cerca qualche sollievo? Quanta forza e violenza debbo farmi in queste prove per ridurre al silenzio la natura, diciamola così, che reclama altamente di essere consolata. Questa lotta non vorrei sentirla, molte volte mi fa piangere come un bambino perché sembrami che sia mancanza di amore e di corrispondenza a Dio. (Pietrelcina, 21 aprile 1915, Padre Pio a padre Agostino, Ep. I, p. 571s)

Dagli scritti di Padre Pio:

È pur dolce l’amarezza di quest’amore e soave il suo peso; ma ciò non toglie che l’anima nel sentirne l’immenso trasporto, non ha come fare a portarne l’immenso peso, e mi sento annullato e conquiso. Il piccolo cuore si sente impossibilitato a contenere l’amore immenso. È vero che egli è dentro e fuori. Ma, mio Dio, nel riversarsi che egli fa nel piccolo vaso della mia esistenza si soffre il martirio di non poterlo contenere: le pareti interne di questo cuore si sentono presso a poco scoppiare, e mi meraviglio come questo non sia accaduto ancora. È vero ancora che quando questo amore non arriva ad introdursi tutto dentro di questo piccolo vaso, si riversa tutto al di fuori. Ma come si fa a sostenere l’infinito sopra di se stesso? Mi sento morire, mio Dio! (San Giovanni Rotondo, 29 gennaio 1919, Padre Pio a padre Benedetto, Ep. I, p.1122s)

Dagli scritti di Padre Pio:

Ero all’altare per la celebrazione della santa Messa, quando mi è avvenuto ciò che sto per dire…dolori fisici e pene interne facevano a gara a chi potesse martorizzare tutto il mio povero essere…solo dico che, a misura che mi avvicinavo alla consumazione delle sacratissime Specie, questo scempio stato cresceva e sempre più cresceva. Mi sentivo morire. Una tristezza mortale mi pervadeva tutto e tutto credevo che fosse finito per me: la vita del tempo e la vita eterna. Il pensiero preponderante che più mi amareggiava era questo di non poter addimostrare mai più alla divina Bontà la mia riconoscenza ed il mio amore…e questo è ciò che mi faceva sentire in uno insieme, ed in uno ed in tutti gli istanti, una infinità di morti insieme. (Appendice VI, Frammenti di “Diario”, Ep. IV, p.917)

Dagli scritti di Padre Pio:

La cima dell’agonia erasi toccata, e dove credevomi di trovare la morte, trovai il conforto e la vita. Nell’atto di consumare le sacre Specie dell’Ostia Santa, una luce subitanea mi pervade tutto l’interno e vedo chiaramente la celeste Madre col Figlio bambino in braccio, che insieme mi dicono: “Quietati! Noi siamo con te, tu ci appartieni e noi siamo tuoi”. Ciò detto, non vidi più nulla. La calma, la serenità, i dolori tutti in un subito si dileguano… cosa avverrà, Deus scit. A misurare le mie forze in colui che mi conforta, parmi di essere pronto a tutto sostenere per Gesù. Laus Deo. (Appendice VI, Frammenti di “Diario”, Ep. IV, p.917)

Tratto dall’Epistolario I, IV, II edizione anno 1973, 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni

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