Presentazione

Perché non scrivere queste memorie?

Avevo la sensazione che, pur così importanti per me, potessero non avere interesse per gli altri.

La Chiesa prima o poi definisce la vita dei Santi,

perché nessuno più di essi onora il Vangelo e la santità della Chiesa stessa.

Infatti Padre Pio ha ricevuto l’onore degli altari dall’autorità infallibile della Chiesa.

Io avrei continuato a tenere questi ricordi nel segreto del cuore,

perché mi piace vivere intimamente ciò che appartiene al mio intimo.

Solo alcuni di questi episodi li ho citati nella collana “Voce dell’anima”.

Ora però non potevo dire di no all’esortazione amorevole di Sua Eccellenza

Monsignor Michele Castoro, vescovo di San Giovanni Rotondo, Vieste e Manfredonia.

La sua attività di Pastore e la sua dedizione alla Casa Sollievo e

ai Gruppi di Preghiera è attenta e amorevole.

Pertanto della mia piccola fatica, oltre che al mio caro Padre Pio, faccio dono a lui.

Spero di far cosa gradita ai figli e devoti di Padre Pio e a chiunque ama la verità.

L’Autore

Figlio mio!

Così mi ha chiamato l’uomo che ha portato nelle sue carni le piaghe visibili di una croce invisibile. Salito sulla croce vi è rimasto per cinquant’anni e avrebbe voluto restarci fino alla fine del mondo. Con la preghiera è stato il segno della fede. Con la sua immolazione è stato il segno della esigente speranza cristiana. Con la carità ha reso visibile l’amore infinito del cuore di Gesù. Dai suoi occhi, spesso rossi di pianto, veniva una luce, che gli permetteva di leggere anche nella coscienza più aggrovigliata, come in un libro aperto. Quella lettura diventava una confessione ad alta voce, se ciò era il bene dell’anima che si presentava a lui. Il suo era l’aspetto del profeta, che si fa voce di Dio per scuotere e salvare. Era pronto a sorridere e a scherzare per rallegrare amici e confratelli, che conversavano con lui nei rari momenti di sosta. Il suo cuore, aperto e sanguinante, come quello di Gesù in croce, era l’amabile rifugio per tutti, santi e peccatori. La sua carità oltrepassava ogni immaginazione. Non viveva più per se stesso. Era la copia vivente di Gesù. Come premio all’amore e al dolore che lo hanno consumato, Gesù gli ha consentito di fondere il suo cuore di sacerdote col proprio cuore di Salvatore del mondo. Per la vita intera ha camminato nel deserto senza riparo e nel buio mistico senza pareti per accompagnare, sorreggere e guidare i numerosi fratelli, che Dio gli ha affidato. La Chiesa ha stentato a definirlo, ma alla fine era l’unica voce autorizzata a dichiarare infallibilmente l’esemplarità di vita, l’eroicità delle virtù, la somiglianza a Cristo, il merito dell’umiltà davanti a Dio e dell’obbedienza senza riserva alla sacra autorità. Gesù ne ha fatto un martire. La Chiesa ne ha fatto un santo. Il popolo di Dio ne ha fatto un rifugio per tutti i dolori e tutte le speranze. Per me è Padre, Maestro, Fratello e Amico. E’ dono prezioso di Dio alla mia vita. Sono indegnamente anche suo concittadino “onorario”. Grazi, Padre Pio. Grazie Pietrelcina.


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