– La Pasqua è per ognuno di noi -

San Pio scriveva:

La nostra Chiesa festeggia dunque … la risurrezione di Gesù Cristo, suo Sposo e nostro Redentore, e lo festeggia non coi sentimenti del mondo, ma con quei degni di una Sposa santissima, che vuole rimunerati i sacrifici che il suo Sposo divino ha fatto per tutta l’umanità. Perché Gesù Cristo si sacrificò alla morte? Per espiare le nostre colpe, mi risponde la fede. Perché risuscitò con tanto strepito di prodigi? Per testimoniarci il conseguimento della nostre redenzione. (Ep.IV,962)

Riflessione:

E’ proprio così, lo abbiamo detto e ridetto tante volte e i santi come San Pio ce lo confermano chiaramente: Gesù si sacrificò fino alla morte per espiare le nostre colpe, quindi il peccato non ci appartiene più, Gesù lo ha preso su di sé. E’ inutile rimanere angosciati per i peccati commessi, soprattutto quando ne siamo pentiti: Gesù ha eliminato i peccati. Guardando Lui, incontrando Lui, i peccati di tutti continuano ad essere eliminati e la sua Resurrezione ci testimonia la nostra redenzione, la redenzione è il   perdono dei peccati, è la gioia di partecipare della sua vita divina, della sua vita perfetta, della sua vita in Dio. Noi siamo tutti chiamati a vivere in Dio; ci sono i momenti della Passione come ci sono i momenti della gioia. I momenti del peccato e del pentimento appartengono alla Passione, il momento della gioia è per il perdono conseguito. Questa è la nostra fede e non possiamo che rendere grazie a Dio, non possiamo fare altro che dire che è Pasqua per ognuno di noi perché il Signore ha voluto la Pasqua per il mondo intero. Il mondo non riesce ancora ad accorgersene, ma noi che questo dono lo abbiamo compreso, che questa realtà l’abbiamo compresa, dobbiamo esserne testimoni ogni giorno e in ogni momento.

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Perseveriamo in questa festa di Pasqua, perseveriamo in questa gioia. Comunque tutta la nostra vita è questa attesa della Pasqua eterna, caratterizzata dai momenti che si alternano, di dolore e di gioia. Il tempo della Quaresima, quei quaranta giorni, sono un modello nella vita cristiana, in attesa della Pasqua eterna. Tutta la nostra vita cristiana è un insieme di segni, di situazioni, di esperienze. La stessa presenza di Gesù Eucaristia è un segno tra i più importanti, è una presenza reale che si comprende grazie alla fede che ci è stata donata. Guardiamo Gesù Eucaristia e pensiamo a questa realtà di Pasqua che fa essere vero questo segno, autentica questa presenza e ancor più autentica la gioia che essa ci dona.

San Pio scriveva:

Questo sforzo di perseverare nel bene, per quanto ci possa riuscire di sacrificio, non ci parrà troppo lungo. Passeranno anche per noi questi quaranta giorni che mancano alla nostra salita al cielo. non saranno giorni poi, ma saranno mesi, saranno forse anni: io vi auguro , o fratelli, una vita lunga e prosperosa, piena di benedizioni celesti e terrene. Ma finalmente questa vita finirà! Ed allora felici noi, se ci saremo assicurati la gioia di un felice passaggio all’eternità. Allora la nostra resurrezione sarà completa. (Ep.IV,963)

Riflessione:

Ecco come ragionavano i santi: la nostra resurrezione sarà completa quando anche noi saliremo al cielo, quando termineranno i nostri giorni terreni e saremo partecipi in pienezza della gloria di Dio. Possiamo solo gioire di questa realtà..Gesù è venuto a togliere la paura della morte e noi dobbiamo vivere senza questa paura, ma come in una serena attesa, quell’attesa che si sperimenta in comunione con Dio in comunione con Gesù, con quei dialoghi intimi che la nostra anima può sperimentare.

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Nell’esperienza dell’adorazione, viene privilegiato il rendimento di grazie per la presenza del Cristo risorto tra noi. Gesù Eucaristia è il Cristo risorto, Gesù è l’atteso da secoli. E’ arrivato, ha portato a compimento le antiche promesse, ha mantenuto le sue promesse e ha dimostrato al mondo di essere la luce vera, la vita vera.

San Pio scriveva:

Siccome Gesù Cristo è risorto immortale alla vita di gloria; così a dire con lo stesso s.Paolo dobbiamo noi pure risorgere immortali alla vita di grazia, con fermo proposito di non voler mai più per l’avvenire soggiacere alla morte spirituale dell’anima. E veramente la vita di grazia, a cui siamo risorti, è di sua natura immortale, siccome immortale di sua natura è la vita di gloria, a cui Cristo è risorto: con questo solo divario che, se Cristo non può più morire alla sua vita di gloria, egli è frutto di beata necessità; e se noi non moriamo più alla vita di grazia, dev’ essere merito d’elezione e del nostro studio costante. (Ep.IV,962)

Riflessione:

E’ bellissimo questo paragone tra la vita risorta di Gesù, la quale non appartiene più alla morte,  e la nostra vita di grazia, alla quale la morte non può più appartenere. La nostra vita di grazia è la nostra vita di eternità. Questi concetti dobbiamo sempre di più farli nostri perché questo bisogna testimoniare al mondo, un mondo ancora schiavo del peccato, ancora immerso nelle tenebre, un mondo che non riesce a vedere questa luce, è la vita di grazia,la luce divina e  la sorgente della grazia ce l’abbiamo qui, dinanzi agli occhi: è Gesù risorto. Apparteniamo tutti a questa realtà divina, meravigliosa che Dio ci ha voluto donare, di cui ci ha resi tutti pienamente partecipi: dobbiamo dire solo il nostro ‘eccomi’, il nostro ‘sì’ ad un Dio che ci ama così tanto da donarci completamente se stesso.

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Il Signore ci ha resi partecipi di questa realtà divina che deve portare a pienezza di gioia la nostra esistenza ogni giorno, ogni momento e noi dobbiamo dire solo il nostro ‘eccomi’, il nostro ‘sì’, proprio come Maria e San Pio ci fa delle raccomandazioni.

San Pio scriveva:

… Vi raccomando di avere un fermo e generale proposito di voler servire sempre Dio con tutto il cuore; non vi curate dell’indomani; pensate a fare il bene oggi, e quando l’indomani sarà arrivato, si chiamerà oggi, ed allora ci penserete. Abbiate confidenza nella Provvidenza; è necessario farsi provvigione di manna per un solo giorno e non di più. Rammentatevi del popolo d’Israele nel deserto. (Ep.IV,365)

Riflessione:

L’oggi, l’attimo presente è oggetto d’interesse di tanti santi; tante creature elette hanno vissuto la propria santità pensando all’oggi, non ad un ieri che non c’è più o ad un domani che non c’è ancora, ma solo all’oggi. Molti hanno detto : ”Non ho che l’oggi per amare”  San Pio: ”Pensate a fare il bene oggi…”Confidare nella Provvidenza significa sperimentare la presenza di Dio oggi, perché Gesù ha portato a compimento le sue promesse, non c’è più nulla da attendere, c’è solo da condividere, c’è solo da fidarsi, come gli ebrei che non dovevano prendere la manna per il giorno dopo, ma solo quanta ne bastava per quella giornata, fidandosi che Dio il giorno dopo glie ne avrebbe data ancora. Gesù dice spesso di non accumulare ricchezze per il domani:”Pensate a ciò che serve oggi” e nella vita spirituale questa indicazione è segno di santità pienamente vissuta. E’ per questo che si può rendere grazie a Dio, è per questo che si può confidare intimamente in Lui, guardando a Lui non come ad un monte, una vetta da raggiungere, ma come ad una vetta già raggiunta con l’anima e con il cuore.

Tratto dall’Epistolario IV , II edizione anno 1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

Le riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi

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