– Camminare verso la patria eterna-

Dagli scritti di Padre Pio:

Santità vuol dire essere superiori a noi istessi, vuol dire vittoria perfetta di tutte le nostre passioni: vuol dire disprezzare veramente e costantemente noi stessi e le cose del mondo fino a preferire la povertà alle ricchezze, l’umiliazione alla gloria, il dolore al piacere… la santità, ha in sé la virtù di trasformare, secondo il linguaggio dei sacri libri, l’uomo in Dio.  (Ep.II,542)

Dagli scritti di Padre Pio:

Sì, figliuoli, imitate Gesù nell’ubbidienza pronta e senza discussione; imitate Gesù nella pazienza perché nella pazienza possederete l’anime vostre; imitate Gesù nell’umiltà…più profonda che visibile. Imitate Gesù nella carità, perché egli riconosce soltanto per suoi quelli che serbano gelosamente questa preziosa margherita e rammentatevi sempre che tutto il giudizio di Dio, allorchè ci presenteremo dinanzi al suo divin cospetto, si aggirerà della carità…sì, pesate tutte le vostre azioni colla bilancia dell’amore e vi andrete tessendo una corona di meriti pel Cielo.   (Ep.IV,382)

Dagli scritti di Padre Pio:

Vivete tranquilla sempre per ciò che riguarda il vostro spirito, perché Gesù vi regna da re assoluto. Tenete sempre sotto il vostro sguardo questa sì eloquente lezione, che è degna di essere molto bene intesa: la presente vita non ci è data se non per acquistare l’eterna, e per mancanza di questa riflessione fondiamo i nostri affetti in quello che appartiene a questo mondo, nel quale andiamo passando; e quando bisogna lasciarlo ci spaventiamo e turbiamo. Credetemi, per vivere contenti nel pellegrinaggio, bisogna aver presente agli occhi nostri la speranza dell’arrivo alla nostra patria, dove eternamente ci fermeremo, e frattanto credere fermamente. (Ep. III,726)

Dagli scritti di Padre Pio:

Purtroppo, esse (le anime giuste) di continuo hanno rivolto lo sguardo alla patria celeste; di continuo desiderano di partirsi da questo esilio per unirsi a Gesù Cristo in un celeste connubio: ne affrettano la venuta con gemiti, con sospiri, con preghiere, con voti ardenti…ma intanto, in mezzo a tutte le pene atrocissime che soffrono nel dover trascinare la vita ancora nell’esilio, non cessano, per la carità che loro brucia il petto, di servirsi dei doni di Dio a procurare anime a Gesù. Ai mondani sembra incredibile che vi siano delle anime che soffrono nel vedersi dalla provvidenza prolungata la vita. Eppure la storia dei santi è là, essa è e sarà la maestra dell’umanità.  (Ep. II,347)

Tratto dall’Epistolario II, III,IV II edizione anno 1975,1977,1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabbotoni.

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