– San Paolo e San Pio –

San Pio scriveva:

Gesù è di tutti, ma lo è a più ragione per i peccatori. Egli stesso ce lo dice: Non sono venuto per i giusti ma per i peccatori (Mt 9,13;Mc 2,17); non sono i sani che abbisognano del medico, ma gl’infermi(Mc 2,17;Lc 5,31); il Figliuol dell’uomo è venuto per salvare ciò che era perduto(Mt 18,11; Lc 24,32); in cielo si farà più festa per la conversione di un peccatore, che per la perseveranza di novantanove giusti( Lc 15,4). ( Ep.IV,626)

Riflessione:

Citazioni che conosciamo molto bene, ma che confermano questa attenzione e questo amore particolare di Dio per i peccatori, per i malati, per i perduti. Certo, ognuno di noi può rientrare in queste categorie negative e si sforza ogni giorno di uscirne fuori, perseverando nella preghiera, nella richiesta di conversione, ma a quel punto bisogna pregare anche per gli altri, perché tutti possano prendere coscienza della propria condizione di peccato e saper accogliere questo amore divino, saper accogliere questa presenza di Gesù che trasforma, che perdona, che salva, che divinizza. Il mondo rimane immerso nelle tenebre fino a quando ognuno non sceglierà la luce, per lasciarci illuminare da Dio. Il mondo sarà nella luce quando tutti ci lasceremo illuminare, altrimenti ci saranno troppe parti buie, ma anche un solo angolo buio non sarà volontà di Dio portata a compimento. Impegnamoci allora noi ad essere riflesso di questa luce, affinché tutti possano accogliere la luce e scegliere la luce, scegliere la conversione, scegliere Dio.

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La figura di San Paolo, nella storia, è stata sempre ammirata, contemplata, presa a modello. Tanta santità è stata da lui  suscitata, trasmessa. Tanti santi si sono nutriti di questo modello, di questa figura e anche San Pio lo presenta come modello del vero cristiano. Tutti conosciamo la storia della sua conversione, ma dal momento del cambiamento c’è un crescendo di consapevolezza; prima un tempo di preparazione e poi annuncio continuo, perseverante, sfidando qualsiasi pericolo.

San Pio scriveva:

Mia guida, nel presentarvi qui il modello del vero cristiano, sarà il mio tanto diletto apostolo san Paolo; i suoi detti, pieni tutti di celeste rugiada, fanno uscire l’anima fuori di se stessa. Non posso leggere le sue epistole senza sentire come una fragranza che si spande per tutta l’anima, fragranza che si fa sentire persino nella più alta punta dello spirito. ( Ep.II,228)

Riflessione:

Gli scritti di San Paolo stanno alla base di tutta la dottrina cristiana, ma sono anche passi da contemplare. San Pio dice che fanno uscire l’anima fuori da se stessa, cioè ti fanno toccare Dio, ti fanno fare l’esperienza di Dio. L’anima si nutre di questi scritti, l’anima avverte la verità che trasmettono. San Paolo più volte dice di aver contemplato Dio e questi scritti vengono definiti “ fragranza che si espande per tutta l’aria ”. La fragranza è più di un profumo, ti fa andare oltre; è come se San Pio ci proponesse di fare questa esperienza e noi, davanti a Gesù Eucaristia, possiamo sperimentare questa fragranza che ci viene donata come conseguenza dell’ascolto delle parole di Paolo, riferiteci da San Pio, che certamente tanto di lui si era nutrito.

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San Paolo ci viene presentato come modello del vero cristiano, come modello di colui che comprende quotidianamente la chiamata ricevuta, la dignità che gli è stata donata; un cristiano che appartiene più al cielo che alla terra, un cristiano che ogni giorno cerca di contemplare Dio e di donarlo al mondo, perché nel mondo sia presente Dio con il suo amore, ma sappiamo, purtroppo, che tanti cristiani dimenticano di essere tali, tanti cristiani perdono di vista l’obiettivo fondamentale dell’esistenza.

San Pio scriveva :

Il cristiano dimentico della propria vocazione, il cristiano solo di nome, il cristiano insomma mondano giudica le cose ben diversamente: tutto all’opposto di quello che suole giudicarle il cristiano degno di tal nome, che vive secondo lo spirito di Gesù Cristo. Quegli le giudica a seconda che le tornano utile alla sua vanità, alle sue passioni; questi invece le giudica in relazione sempre degli eterni beni.(Ep.II,229/230)

Riflessione:

E’ proprio così: un cristiano che dimentica la propria vocazione, un cristiano che lo è solo di nome, è un mondano, cioè appartiene più al mondo che al cielo, anzi, dimentica il cielo, dimentica Dio e quindi vive in funzione della sua vanità, cioè in funzione del nulla. Il cristiano, invece, degno di tale nome, vive secondo lo spirito di Gesù Cristo e vive in funzione dei beni eterni. San Paolo fu dimentico del suo passato, non del suo presente; volle dimenticare quel passato di violento persecutore e divenire fedele, perseverante annunciatore. Cominciò a ragionare in relazione ai beni eterni. Chiediamo al Signore questa capacità di ragionare, di giudicare in relazione agli eterni beni e allora tutto avrà un altro significato, tutto avrà un altro valore; ciò che sembrava povero diventa ricchezza e ciò che sembrava ricchezza, diventa vanità. E’ così che si cresce, è così che ci si converte, è così che si porta a compimento la volontà salvifica di Dio.

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San Paolo, modello del vero cristiano, è anche maestro per il vero cristiano. Tutti i suoi insegnamenti, la sua predicazione, la sua stessa vita …  Arriverà a dire: ” Fatevi miei imitatori come io lo sono di Cristo ”, ma non certo per presunzione, ma per la convinzione che aveva di aver scelto Dio come ideale unico della sua vita, con tutto se stesso. San Paolo è come se avesse detto: “ Cerco di imitare Dio, di seguirlo a più non posso, con tutte le mie capacità, con tutto me stesso: mente, cuore, forza, coscienza ” e questo insegnamento è così magistralmente sintetizzato da San Pio:


La vita tracciata dall’apostolo al cristiano è di spogliarsi dei vizi dell’uomo vecchio, ossia dell’uomo terreno, e di vestirsi delle virtù insegnate da Gesù Cristo … Lo stesso santo apostolo esperimentò assai duramente in sé stesso la ribellione dei sensi e delle passioni per cui egli emise questo lamento: “ Io stesso colla mente servo di Dio e colla carne servo alla legge del peccato “(Rom.7,25)… Come avesse voluto dire: io stesso sono con la mente servo alla legge di Dio, ma con la carne sono soggetto alla legge del peccato … Noi dunque cristiani siamo doppiamente immagine di Dio, per natura cioè, in quanto siamo dotati d’intelletto, di memoria e di volontà; e per grazia, in quanto che santificati nel battesimo, lascia impressa nell’anima nostra la bellissima immagine di Dio. Sì … la grazia santificante imprime talmente l’immagine di Dio in noi, che diventiamo quasi anche noi un Dio per partecipazione. ( Ep.II,231/233)

Riflessione:

Spogliarsi dei vizi dell’uomo vecchio, dell’uomo terreno e vestirsi dell’uomo nuovo, cioè di Gesù Cristo è come un duro combattimento; stare sempre all’erta, sempre pronto ad indossare vesti di luce e a vincere con Gesù Cristo ogni tenebra. L’intenzione, l’intelletto è sempre rivolto a Dio, la mente sempre rivolta a Dio. E’ nella carne che si comprende il limite, la fragilità, il peccato, ma è importante pensare che noi cristiani siamo doppiamente immagine di Dio, per natura e per grazia: per natura perché siamo dotati di intelletto, di memoria, di volontà, di sentimenti alti e poi per grazia. Quante volte ci siamo ripetuti che siamo santificati nel battesimo e che il battesimo lascia a noi impressa l’immagine di Dio, ci rigenera a suoi figli, ci riempie di grazia, diventiamo quasi anche noi  un  Dio, per partecipazione, partecipiamo della stessa realtà di Dio. Dio ci rende partecipi della sua realtà divina; insomma, non ci manca nulla per essere il riflesso del Gesù che adoriamo, del Gesù che contempliamo con i nostri occhi, nel mistero dell’Eucaristia.

Tratto dall’Epistolario II, IV, II edizione anno 1975,1984 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni.

Le Riflessioni sono del nostro Parroco don Emilio Lonzi.

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